L’intenzione è quella di scrivere un testo unico che semplifichi tutte le tipologie contrattuali e i rapporti di lavoro. Un’ambizione certamente alta, ma che, comunque, ha già dei punti fermi.
Il primo lo abbiamo scoperto qualche mese fa: si tratta del nuovo contratto a tutele crescenti che cambia l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e costituisce, in effetti, una profonda riforma in una materia che, dagli anni ’70, quasi mai era stata toccata.
Il restyling proseguirà con un altro punto fondamentale della riforma: il superamento dei co.co.pro. (contratti a progetti), nipoti dei co.co.co. (contratti a prestazione coordinata e continuativa). L’obiettivo del Governo è quello di mettere finalmente un punto fermo sulla distinzione tra lavoro autonomo e subordinato, onde evitare quelle zone d’ombra su cui molte aziende hanno puntato per eludere la normativa lavoristica, con il triste fenomeno delle false partite iva.
Sui collaboratori a progetto, in particolare, l’ipotesi è di partire con un periodo di transizione per arrivare a cancellare definitivamente questo tipo di contratto entro il 1° gennaio 2016.
L’abolizione riguarderà anche le associazioni in partecipazione (già ridimensionate dalla riforma Fornero) e il job sharing (in realtà mai decollato).
Il contraltare si chiama voucher: il Governo mira ad ampliarne l’applicazione, rendendone più agevole l’utilizzo, eventualmente aumentando i massimali che attualmente sono di 5mila euro nell’anno solare e di 2mila per committente imprenditore o professionista.
Semplificazioni in vista anche per il part time in modo da facilitarne l’utilizzo.
Per quanto, invece, riguarda i contratti a termine, si discute sulla possibilità di ridurre il numero di proroghe (da 5 a 3) e la durata massima (da 36 a 24 mesi). Una formula che è già stata oggetto di diversi tira-e-molla negli scorsi anni.
Fonte:
http://www.laleggepertutti.it/78514_entro-il-2016-addio-contratti-a-progetto