UE: vietato spiare i dipendenti. A rischio il Job Act che apre ai controlli tecnologici

La nuova raccomandazione del Consiglio d’Europa che garantisce i diritti dei lavoratori contro la videosorveglianza e i controlli a distanza, mentre i decreti delegati della riforma del lavoro di Renzi, di senso contrario, sta per essere approvata.

Alcune norme del Job Act potrebbero essere illegittime ancor prima di nascere. [1] E questo perché, secondo una raccomandazione appena fornita dal Consiglio dell’Europa Unita (scaricabile al termine di questo articolo), [2] il datore di lavoro non può spiare le comunicazioni private dei dipendenti. 

Allo stesso modo è severamente proibito, in azienda, l’utilizzo di mezzi tecnologici per controllare a distanza i comportamenti dei lavoratori. 

Ancora: la videosorveglianza è lecita solo per evitare il rischio di furti e per salvaguardare i beni dell’impresa, ma è comunque vietato ispezionare le zone dove i dipendenti non lavorano, come spogliatoi, aree ricreative, o mense.

Tutto questo mentre i decreti attuativi del Job Act, che ha aperto ai mezzi tecnologici di controllo a distanza sui luoghi di lavoro, stanno per terminare il loro cammino di approvazione (leggi “Job Act: controlli a distanza sui lavoratori e demansionamento”). [3]

È vero: la raccomandazione dell’UE non ha valore vincolante per il nostro legislatore, che quindi potrà proseguire nell’attuazione della riforma del lavoro, ma avrà comunque effetto nei tribunali, dove i giudici dovranno tenerne conto in caso di eventuali ricorsi proposti, in futuro, dai dipendenti “spiati”. Insomma, la privacy dei lavoratori non si tocca neanche con i nuovi mezzi tecnologici che consentono oggi di raccogliere e conservare informazioni di ogni tipo.

La raccomandazione impone paletti nei confronti di qualsiasi tipo di controllo operato dal datore nei confronti dei dipendenti, ivi compresa la raccolta e l’utilizzo di tutti i loro dati personali: vietato controllare le comunicazioni private, le email, la navigazione.

Le solo ad essere “spiate” potranno essere le comunicazioni professionali – per esempio un’email a un collega – ma a condizione che il dipendente sia informato preventivamente di ciò, e solo se sia necessario per motivi di sicurezza o per garantire che un lavoro sia terminato.

Diritto di accesso ai dati

Il dipendente conserva sempre il diritto di chiedere al datore quali dati sta raccogliendo di lui, le motivazioni e come accedervi, controllarli, chiederne eventualmente la rettifica e la cancellazione.

Infine la raccomandazione elenca una serie di dati che il datore non può mai chiedere al dipendente.

[1] Jobs Act – Il Governo rinuncia al controllo a distanza
http://www.laleggepertutti.it/84956_il-governo-rinuncia-al-controllo-a-distanza-dei-dipendenti
 
[2] Jobs Act – Raccomandazione Consiglio Europa (in inglese)
http://www.laleggepertutti.it/wp-content/uploads/2015/04/Raccomandazione-Consiglio-Europa.pdf

[3] Jobs Act – Controlli a distanza e demansionamento
http://www.laleggepertutti.it/59168_job-act-controlli-a-distanza-sui-lavoratori-e-demansionamento

Fonte:
http://www.laleggepertutti.it/84568_ue-vietato-spiare-i-dipendenti-a-rischio-il-job-act-che-apre-ai-controlli-tecnologici

Pubblicato da mobertos

La nostra società è dominata da gente folle che persegue scopi malati. Penso che veniamo gestiti da fanatici con obiettivi fanatici, ed è probabile e che sarò io ad essere considerato pazzo per quello che ho deciso di postate qui sul blog "Esci dal Cerchio". E' questa la cosa folle! La frase è di John Lennon che ho adattato. A lui devo il merito di una certa influenza durante la mia gioventù. Da giovane avevo tanta energia e il mondo degli adulti non mi piaceva; entravo sempre in conflitto con chi voleva impormi qualcosa. Perché loro sapevano! Fin da piccolo, avevo capito invece che per imparare dovevo vivere quella cosa in prima persona. Potevano dirmi quello che volevano ma se avevo deciso di farla, la facevo, a tutti i costi. Pensavo che dovevo sperimentare sulla mia pelle le nuove esperienza che mi scoprivo giorno dopo giorno. Come si può capire, apprendere, sbagliare, senza vivere l'esperienza in prima persona? Che forse un uomo non deve mai sbagliare? Da qui la mia innata capacità ad affrontare ogni esperienza anche pericolosa, senza paura, anche al di sopra delle mie reali capacità anche pagando in prima persona. Il rischio mi ha sempre affascinato.