GUARIGIONE DI VENUS WILLIAMS

HO SALVATO LA MIA CARRIERA

Venus Williams: “La mia carriera è salva anche grazie alla dieta vegana”.

La tennista Venus Williams, vegana da quando le è stata diagnosticata una malattia infiammatoria cronica, sta meglio: merito del suo nuovo regime alimentare.

RECUPERO DALLA SINDROME DI SJOGREN GRAZIE ALLA DIETA VEGANA

“Non potevo sollevare il braccio oltre la testa, la racchetta cadeva. Non avevo più tatto nelle mani, che sudavano e prudevano: ho temuto che la mia vita diventasse miserabile”,

ha dichiarato Venus Williams, in riferimento al periodo in cui le è stata diagnosticata la sindrome di Sjogren, un’infiammazione cronica del sistema immunitario e delle ghiandole esocrine (salivari, lacrimali e retro-auricolari) che provoca disturbi reumatoidi e che ha rischiato di compromettere la sua brillante carriera.

Ma oggi, 5 anni dopo la diagnosi, la carriera di Venus Williams è salva, grazie anche alla dieta vegana, come ha dichiarato recentemente a Tennis World USA.

Elena Fasulo
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COMMENTO

NESSUNA MERAVIGLIA PER L’ECCELLENTE TESTIMONIANZA DELLA VENUS WILLIAMS

Ciao Elena. In realtà nulla di nuovo sotto il sole. Non c’è di che meravigliarsi. Cito qui di seguito una ventina di atleti vegetariani e pacifisti tra i più famosi.

Sono nomi molto noti e talvolta rappresentano dei veri e propri miti per chi ama lo sport e lo segue con passione.

Mi riferisco a 1) Mike Tyson (boxe), 2) Carl Lewis (100 e 200 mt, salto in lungo), 3) Martina Navratilova (tennis), 4) Boris Becker (tennis), 5) Novak Djokovic (tennis), 6) Edwin Moses (400 mt ostacoli), 7) Venus Williams (tennis), 8) Serena Williams (tennis), 9) Bill Pearl (body building), 10) Patrick Baboumian (body building), 11) Keith Holmes (boxe, campione USA pesi medi), 12) Fiona Oakes (atleta inglese vittoriosa alla Maratona del Polo Nord, svoltasi a -25°C), 13) Brudan Brazer (canadese, triathlon), 14) George Laraque (canadese, campione hockey su ghiaccio), 15) Patrick Neshek (Usa, campione baseball), 16) Meagen Duhamel (canadese pattinatrice su ghiaccio, medaglia d’argento alle Olimpiadi 2014), 17) Ronda Rousey (Usa, record mondiale arti marziali), 18) Chris Campbell (Usa, campione mondiale di wrestling) 19) Dave Scott (Usa, campione triathlon per 20 anni), 20) Enzo Maiorca e figlia (immersione).

LA LONGEVITÀ ATLETICA APPARTIENE CON FORTE PREVALENZA AI VEGETARIANI

Lo stesso Roger Federer è stato vegetariano per 20 anni, anche se poi ha leggermente variato la dieta. In realtà molti altri grandi campioni, pur non dichiarandosi vegetariani o vegani, raggiungono le migliori prestazioni in concomitanza con diete leggere e digeribili in tutti gli sport.

I calciatori subiscono il condizionamento dei medici nutrizionisti non-vegetariani delle rispettive squadre, spesso favorevoli alla pasta, alla bistecca e al caffè, in un’ottica mirata alla resa intensa di breve periodo.

Tuttavia chi ha la giusta personalità non esita a far prevalere le sue tendenze, e qui ricordiamo Dino Baggio e Gianluca Vialli (col suo slogan “Niente carne sul piatto).

Altri nomi famosi sono Leo Messi, Aguero e Neymar. Nel rugby italiano brilla Marco Bergamasco, nello sci Manuela Di Centa.

È comunque noto e provato che la longevità atletica e la resistenza agli insulti del tempo sono qualità tipiche degli atleti vegetariani, vegani e a tendenza comportamentale più o meno igienistica.

Valdo Vaccaro
2 aprile 2017
https://www.valdovaccaro.com/2017/04/le-williams-regine-nel-tennis-nella-longevita-atletica-vegana/

Pubblicato da mobertos

La nostra società è dominata da gente folle che persegue scopi malati. Penso che veniamo gestiti da fanatici con obiettivi fanatici, ed è probabile e che sarò io ad essere considerato pazzo per quello che ho deciso di postate qui sul blog "Esci dal Cerchio". E' questa la cosa folle! La frase è di John Lennon che ho adattato. A lui devo il merito di una certa influenza durante la mia gioventù. Da giovane avevo tanta energia e il mondo degli adulti non mi piaceva; entravo sempre in conflitto con chi voleva impormi qualcosa. Perché loro sapevano! Fin da piccolo, avevo capito invece che per imparare dovevo vivere quella cosa in prima persona. Potevano dirmi quello che volevano ma se avevo deciso di farla, la facevo, a tutti i costi. Pensavo che dovevo sperimentare sulla mia pelle le nuove esperienza che mi scoprivo giorno dopo giorno. Come si può capire, apprendere, sbagliare, senza vivere l'esperienza in prima persona? Che forse un uomo non deve mai sbagliare? Da qui la mia innata capacità ad affrontare ogni esperienza anche pericolosa, senza paura, anche al di sopra delle mie reali capacità anche pagando in prima persona. Il rischio mi ha sempre affascinato.