Sarà un anno cruento

Trump è il 45° presidente Usa, nonostante l’opposizione della maggioranza dell’establishment occidentale e dei media da loro controllati, e il suo discorso di insediamento, straordinario per i nostri tempi, è stata una conferma, all’elettorato Usa e ai nuovi alleati, e una sfida. Sì, proprio una sfida, a quell’ordine mondiale che sta divorando la società, gli stati e le democrazie occidentali, il futuro dei nostri figli e il pianeta stesso.

Eppure Trump non è uno sconosciuto intellettuale o rappresentante della borghesia o del proletariato, ma è a sua volta un rappresentante dell’establishment, di una parte diversa senza dubbio, che vede il mondo e il futuro in modo diverso.

Potrei citare le opinioni di eminenti osservatori e intellettuali, ma basta semplicemente chiedersi: si è mai visto prima un candidato alla presidenza degli Usa che non sia stato espressione delle élite americane? No, mai. Perfino i Kennedy erano figli delle elites. I due candidati dei due partiti di maggioranza sono sempre stati scelti e sostenuti o quantomeno approvati dai due partiti Usa e quindi dell’establishment.

Non bisogna avere dubbi che Trump sia stato approvato e sostenuto da una parte dei potenti degli Usa. Non certamente dai produttori di armi e dall’esercito, non dai petrolieri e dalla finanza americana, ma da altri che di fronte alla sequenza di guerre e al declino economico dell’occidente hanno deciso diversamente.

Ma io non esulterei, non gioirei.

Perché?

Guerra nell’establishment del mondo occidentale

Trump è la dimostrazione che le élite non sono unite, ma sono divise in correnti, e non sono infallibili. I neoliberisti, neoconservatori, globalisti, imperialisti, guerrafondai, terroristi, cioè quelli che fino a oggi hanno deciso come doveva andare il mondo, hanno perso il controllo della più grande potenza militare ed economica del pianeta. E ora è più difficile imporre la loro agenda. Ma non vogliono desistere dai loro scopi.

Quindi lo scontro nell’establishment crescerà in intensità e ferocia, con ripercussioni imprevedibili. Personalmente mi chiedo se Trump supererà l’anno, non perché verrà eliminato fisicamente, ma politicamente e quale saranno le conseguenze. I gruppi di interesse che sostengono i neoliberisti neocon sono ancora al potere e sono radicati. I servizi segreti sono ancora sotto il controllo dei neoliberisti e negli ultimi messi hanno tentato in più modi di colpire l’immagine del presidente. I media allineati sono nelle mani dei vertici neoliberisti e, dopo aver distrutto la propria credibilità durante la campagna elettorale e dopo, non cessano di manipolare informazioni e consenso contro il neoeletto presidente.

Trump si prenderà cura degli interessi degli Usa

Trump ha promesso molto, vedremo cosa riuscirà a fare realmente, cosa potrà fare, ma una cosa è certa: ha parlato agli Usa degli Usa, si prenderà cura dell’economia e del popolo americano, non dell’Italia.

Anzi l’Unione Europea è un problema per lui, in quanto la Germania la utilizza come strumento economico. Ne usa la moneta svalutata per la sua economia per esportare più facilmente i propri beni, scaricando il costo della svalutazione sulle altre economie europee soprattutto su quelle del sud e soprattutto sull’Italia, il suo ex-competitore diventato il salvadanaio da cui attingere.

Non a caso il 2016 è terminato con una Germania economicamente florida, mentre l’Italia è in deflazione. Non a caso l’Italia demolisce la propria economia per rispettare le regole comunitarie mentre gli altri stati non lo fanno, Germania e Francia per primi, versa più di quello che riceve, fa pagare ai propri cittadini i costi delle speculazioni bancarie e societarie e via dicendo.

Questo grazie a una classe politica italiana corrotta e collusa che fa gli interessi degli altri paesi e non dell’Italia.

La guerra commerciale tra Usa e Germania

Gli Usa sono grandi importatori, la Germania un grande esportatore. La Germania ha ottenuto la svalutazione dell’euro per poter esportare più facilmente al di fuori dell’Europa, diventando il più grande esportatore al mondo. Gli Usa hanno il dollaro che ancora oggi è la moneta di riferimento per gli scambi esteri e finora hanno permesso che Cina e Germania svalutassero le loro monete per rendere più concorrenziali i loro prodotti rispetto a quelli americani. Questo ha concorso alla demolizione del sistema produttivo Usa e quindi dell’economia, che non va bene come ci raccontano.

Se Trump vuole sistemare l’economia degli Usa farà sicuramente una guerra commerciale contro la Germania, per esempio imponendo dazi e costringendo le aziende a produrre negli Usa. Considerato la forza degli Usa e del dollaro, la Germania non potrà che soccombere. Ma in quanto tempo? Una guerra richiede impegno, risorse e unità. Non è detto che Trump riesca a sostenere il carico di un conflitto interno ed esterno allo stesso tempo.

L’economia Usa non va bene

Nonostante per tutta la campagna elettorale media e autorità hanno raccontato che l’economia Usa va alla grande, la realtà è molto diversa. Obama ha lasciato una nazione sulla soglia della recessione, con una crisi immobiliare incombente e il tessuto produttivo in difficoltà.

Trump dovrò trovare soluzioni efficaci in tempi brevi, ma allo stesso tempo dovrà gestire un conflitto interno e uno esterno. E’ probabile che sarà costretto a fare politiche monetarie in contraddizione con quanto promesso, anche nel breve periodo, con conseguenze non prevedibili.

La guerra mediatica che dovremo subire

Infine c’è la questione dei media, raccolti nelle mani di pochi gruppi e individui che sostengono i neoliberisti e/o i neocon, che lo hanno fatto per tutta la campagna elettorale, dopo le elezioni e lo stanno facendo ancora adesso. Di fatto Trump si trova come nemici i media americani e del mondo occidentale. Finora è riuscito a ribattere a ogni aggressione e falsità e a tutto il mondo è evidente la scarsa credibilità e la malafede della maggior parte dei giornali e de canali televisivi, ma se non trova un modo per liberarli dal controllo dei suoi nemici, i prossimi anni saranno per lui tutti in salita.

I cittadini americani sembrano si siano svegliati, non hanno fiducia nei media, ma il web non offre canali affidabili e autorevoli da controbattere ai media allineati. E i social sono sotto il controllo delle autorità Usa e delle élite. Continuerà a rivolgersi direttamente al popolo Usa e a l mondo? Senza intermediari? Questo è un altro punto critico che dovrà saper gestire per non soccombere.

Quindi?

Quindi il 2017 sarà un anno interessante, un anno di conflitti, anche se questa volta non è detto siano militari, ma comunque sarà un anno cruento.

E non lo sarà solo per Trump e gli Usa, ma anche per noi cittadini italiani, che affronteremo povertà, crisi e le forche caudine della troika che cercheranno di invocare prima delle prossime elezioni. Perché l’Europa non finirà quest’anno, a meno che i colpi di scena non saranno tanti e tali da far arretrare la peggiore e sociopatica classe politica che si sia mai vista sul pianeta negli ultimi 50 anni. Lo scopriremo insieme.

“Che tu possa vivere in tempi interessanti” dicono i cinesi. Ebbene questi lo sono.

A presto
https://viteconsapevoli.com/2017/01/22/sara-un-anno-cruento/

Pubblicato da mobertos

La nostra società è dominata da gente folle che persegue scopi malati. Penso che veniamo gestiti da fanatici con obiettivi fanatici, ed è probabile e che sarò io ad essere considerato pazzo per quello che ho deciso di postate qui sul blog "Esci dal Cerchio". E' questa la cosa folle! La frase è di John Lennon che ho adattato. A lui devo il merito di una certa influenza durante la mia gioventù. Da giovane avevo tanta energia e il mondo degli adulti non mi piaceva; entravo sempre in conflitto con chi voleva impormi qualcosa. Perché loro sapevano! Fin da piccolo, avevo capito invece che per imparare dovevo vivere quella cosa in prima persona. Potevano dirmi quello che volevano ma se avevo deciso di farla, la facevo, a tutti i costi. Pensavo che dovevo sperimentare sulla mia pelle le nuove esperienza che mi scoprivo giorno dopo giorno. Come si può capire, apprendere, sbagliare, senza vivere l'esperienza in prima persona? Che forse un uomo non deve mai sbagliare? Da qui la mia innata capacità ad affrontare ogni esperienza anche pericolosa, senza paura, anche al di sopra delle mie reali capacità anche pagando in prima persona. Il rischio mi ha sempre affascinato.