Club Bilderberg, i nuovi padroni del mondo

«Siamo di fronte ad una cospirazione monolitica e spietata, che conta soprattutto sui mezzi segreti per l’espansione della sua sfera di influenza e sull’infiltrazione anziché sull’invasione. È un sistema che ha arruolato ampie risorse, umane e materiali, per la costruzione di una macchina ben oleata, altamente efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche».

Non è un “complottista” de ‘noantri ad esprimersi con queste parole. È  l’allarme per la democrazia e la sicurezza, degli Stati Uniti e del mondo, lanciato dal Presidente degli Stati Uniti d’America Johm Fitzgerald Kennedy, il 27 aprile 1961, ai microfoni dell’American Newspaper Publishers Association. «Esiste il grave pericolo che una proclamata necessità di maggior sicurezza venga strumentalizzata da chi brama solo con impazienza di potersi spingere sino ai limiti della censura e dell’insabbiamento. E io, fin dove si estende il mio controllo, mi batterò per impedirlo», dichiarava Kennedy ai giornalisti americani. Soltanto due anni dopo, il 22 novembre, fu assassinato. Dieci giorni prima, intervenendo alla Columbia University, ancora una volta e con maggiore preoccupazione, il Presidente degli Stati Uniti aveva parlato di un «complotto», che «coinvolgeva la Casa Bianca e metteva in pericolo la sicurezza e la libertà del popolo americano».
Cosa aveva cercato di impedire, il Presidente cattolico, a chi si era opposto, anche tra i suoi co-inquilini alla Casa Bianca, che usavano il segreto di Stato per imporre un controllo totale, culturale, politico, economico, diplomatico e militare, sull’intero pianeta? E quali segreti servivano alla spietata causa cospiratrice?
Di uno di questi segreti, si legge nell’interessante saggio “Bankenstein” di Marco Saba: il segreto dell’oro scomparso nella Seconda Guerra mondiale, diventato il «sistema preferito di riciclaggio di denaro sporco», come dichiara David Kaplan, in gran parte proveniente dal tesoro dei nazisti recuperato su fondi neri utilizzati dall’Amministrazione Truman per “influenzare” le politiche degli altri Stati in funzione anti-comunista. Per esempio, in Italia e in Grecia. Negli Stati Uniti, la gestione di questo “Black Eagle Fund” era affidata ad una agenzia della CIA, l’Enterprise, di cui facevano parte esponenti del partito conservatore, tra cui George Herbert Walter Bush (padre), e alti ufficiali del Pentagono. Questi fondi sono serviti anche per emettere certificati auriferi a garanzia del debito estero degli Stati Uniti, principalmente verso l’Arabia Saudita. Tra i grandi banchieri  europei che hanno  manovrato l’oro “nero”, troviamo Rockfeller e Rothschild. In un Meeting a Baden-Baden dell’ormai noto cosiddetto Club Bilderberg, David Rockefeller dichiarò: «La sovranità sovranazionale di una élite intellettuale e di banchieri mondiali è certamente preferibile all’autodeterminazione delle popolazioni nazionali praticata nei secoli precedenti». Un messaggio fin troppo chiaro nella sua crudezza cinica da “dominatori”.

Quali segreti, dunque, e quale gruppo di potere monolitico e spietato sono all’origine della terribile crisi economica-finanziaria che vive il mondo occidentale del terzo millennio e dell’attacco alla libertà e alla sovranità dei popoli già denunciato pubblicamente da John F. Kennedy più di mezzo secolo fa?
Scriveva Karl Marx nel “Capitale”: «Fin dalla nascita, le grandi banche agghindate di denominazioni nazionali non sono state che società di speculatori privati che si affiancavano ai governi e, grazie ai privilegi ottenuti, anticipavano loro denaro. Quindi, l’accumularsi del debito pubblico non ha misura più infallibile del progressivo salire delle azioni di queste banche, il cui pieno sviluppo risale alla fondazione della Banca di Inghilterra (1694)».  Il sistema monetario basato su carta moneta senza controvalore, come il dollaro e l’euro, e sul “signoraggio” ¬  il tasso di sconto delle banche centrali, di proprietà privata, che rappresenta la differenza di costo tra l’emissione tipografica delle banconote e il valore impresso sulle stesse ¬ è la causa principale dei maggiori conflitti che hanno martoriato gli ultimi due secoli e oggi  rappresenta  un limite sostanziale alla sovranità nazionale e un pericolo sempre più concreto  per la libertà e per la stessa sopravvivenza dignitosa dei popoli.

Scrive  Saba: «Un sistema fondato sulla moneta cartacea non convertibile dà potere e autorità a coloro che controllano la produzione di nuova moneta e a coloro che per primi hanno accesso ai soldi o al credito appena originati. Il costo insidioso e finale si riversa, invece, su vittime non identificate, spesso ignare delle cause della loro sfavorevole condizione».

Il 4 giugno 1963, il Presidente John F. Kennedy aveva firmato il decreto presidenziale di ordine esecutivo 11110, che restituiva al governo il potere di emettere moneta senza passare dalla Federal Reserve, banca centrale di soci privati incaricata in esclusiva, con la legge del 1913, alla produzione e circolazione della carta moneta degli Stati Uniti, “prestandola” al governo con gli interessi, da questi pagati attraverso la tassa sul reddito.  Kennedy riteneva che soltanto restituendo sovranità monetaria al popolo americano si poteva ridurre il debito nazionale e garantire la libertà della nazione.  Sulla base di questo decreto, il Dipartimento del Tesoro emise dollari in banconote di colore rosso con scritto  “United States Notes” invece che “Federal Reserve Notes” com’è scritto sulle banconote  di colore verde stampate dalla FED. Dopo l’assassinio di Kennedy, il primo atto di Johnson fu il ritiro di queste banconote, e le ultime emesse direttamente dal governo, nel 1966, non furono mai distribuite.

«Il “sistema di banche centrali indipendenti” controlla la circolazione della valuta, controlla il credito nazionale e i tassi di interesse e, ogni volta che un governo non l’asseconda, usa il suo potere per orchestrarne la caduta», leggiamo  in  “Il Club Bilderberg. La storia segreta dei padroni del mondo”, di Daniel Estulin. Come la Federal Reserve statunitense, la Banca Centrale Europea stampa euro in banconota che, invece di cedere ai governi europei ¬ ovvero, ai popoli ¬ al prezzo di costo con un minimo margine di utile, le “presta” agli Stati stessi , che dovrebbero esserne i proprietari, al  costo del valore di facciata aumentato dell’interesse annuo, che è il tasso di sconto. Il popolo europeo è espropriato del suo diritto monetario legittimo, proprio come il popolo americano.  Gli Stati membri possono coniare direttamente soltanto monete metalliche, secondo le misure adottate dalla BCE.  Le nazioni, insomma, sono proprietarie soltanto degli spiccioli. Per pagare gli interessi del diritto di signoraggio delle banche centrali sulla carta moneta, gli Stati devono farsi prestare altro denaro, aumentando così il loro debito pubblico. E le banche centrali sono società di privati, parte consistente di quella élite che Rockfeller dichiarò essere destinata al Nuovo Ordine mondiale, che prevede l’eliminazione (chiamata “superamento”) degli Stati nazionali e la creazione di un’unica moneta mondiale.

Il gruppo Bilderberg, composto da appartenenti a questa élite che si candida al governo del mondo, nasce da una oligarchia intellettuale e finanziaria legata ad un ex aderente al partito nazista: il principe Bernhard d’Olanda. Il nome proviene dal lussuoso albergo dei Paesi Bassi dove nel 1954 fu ospitato il primo incontro annuale di questo gruppo di influenza e di “infiltrazione”, ospiti d’onore, la famiglia reale olandese e Rockfeller. Ma, secondo quanto afferma Estulin, il nome sarebbe un omaggio  all’idea di Bilder di un “Circolo degli amici” pensato alla stregua di quello creato da Heinrich Himmler prima della caduta del Terzo Reich. Tra i membri del Club fin dai primi giorni troviamo Henry Kissinger, Zbiegniew Brzezinski e Bush padre.  In occasione dell’incontro annuale in Inghilterra, nell’aprile 1977, “The Times” definì i soci del Bilderberg «un gruppo di uomini tra i più ricchi ed economicamente e politicamente i più potenti e influenti del mondo occidentale, che si riunisce segretamente per pianificare eventi che successivamente appariranno come casuali». Daniel Estulin riferisce, nel suo libro, di «una riunione segreta in cui era stato deciso l’assassinio di J.F.Kennedy».

Al governo delle banche centrali troviamo così soci del Club Bilderberg. Ne fanno parte rappresentanti del Fondo Monetario internazionale e della Banca Mondiale. Sono in Bilderberg gli alti dirigenti delle banche più potenti, come: Deutsche Bank, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Barclays, HSBC, Mediobanca.
Secondo un rapporto dell’Intelligence britannica, citato da Estulin, il Bilderberg Group doveva funzionare come «un centro di potere che appianasse le differenze e le divergenze tra i governi europei e quello degli Stati Uniti», con l’obiettivo di creare un unico governo mondiale, di persone selezionate e prescelte e non elette dal popolo, di regioni della terra piuttosto che Stati nazionali.

Scriveva Nelson Rockfeller in “Il futuro del federalismo”: «Nessuna nazione può difendere la propria libertà o garantire la soddisfazione dei propri bisogni e aspirazioni agendo solamente entro i propri confini e sfruttando solo le proprie risorse; lo Stato Nazionale, che agisce da solo, risulta anacronistico, come lo diventarono le città-Stato greche dell’antichità».

 Anche David Rockfeller affermava nelle sue “Memorie”: «Qualcuno pensa che facciamo parte di una setta segreta che agisce contro i principali interessi del popolo degli Stati Uniti, dipingendo me e la mia famiglia come ”internazionalisti”, che cospirano con altri soggetti sparsi per il mondo per costruire una struttura politica ed economica integrata a livello globale, un “mondo unico”, diciamo. Bene, se questa è l’accusa, mi dichiaro colpevole e ne sono fiero». Per questo progetto, secondo quanto riferisce Karl Laemmermann nella biografia del magnate, David Rockfeller sarebbe stato insignito della Medaglia Bilderberg per la “pianificazione di un mondo felice”.  Ề il progetto  di un sistema di controllo finanziario mondiale da parte di una élite di privati, per dominare il sistema politico dei Paesi e l’economia del mondo in un unico mercato.
Nel suo libro “Senza scuse”, il Senatore degli Stati Uniti Barry Goldwater dichiarava: «La nuova setta internazionale di David Rockfeller vuole essere lo strumento attraverso cui consolidare a livello globale gli interessi delle multinazionali e delle grandi banche attraverso il controllo politico del governo degli Stati Uniti d’America». E, aggiungiamo noi, attraverso il controllo politico dei governi europei. L’Unione Europea nasce sotto l’egida degli Stati Uniti d’America e, sempre più, con il controllo di quella élite intellettuale ma soprattutto finanziaria auto-elettasi al governo del Nuovo Ordine mondiale. Alla nuova carica di presidente del Consiglio europeo, istituito con il Trattato di Lisbona nel 2007, fu nominato un assiduo frequentatore del Club Bilderberg, il belga Herman van Rompuy.

La composizione del Bilderberg Group è rivelata da Cristina Martìn Jeménez in “I piani segreti del Club Bilderberg”. Al livello più alto, chiuso e segreto, c’è il comitato dei saggi o consiglieri. Al livello intermedio si trova il comitato direttivo. Mante all’ultimo livello ci sono gli invitati a partecipare, perlopiù ignari degli obiettivi strategici del gruppo. Scrive la giornalista che «gli ideatori del sistema hanno previsto, per gli Stati Uniti e per l’Europa, una guerra finanziaria in sostituzione dello scontro armato». Ề «guerra economica, per sancire una schiavitù umana più sofisticata, in linea con questa concezione di società globale». Una guerra controllata da «un’istituzione sovranazionale e non democratica, la Troika (composta da BCE, FMI e Commissione Europea)».

Jeménez riferisce che «il 26 febbraio 2010, il Wall Street Journal informava di una cena privata nella quale alcuni dei principali speculatori finanziari in fondi di investimento ad alto rischio si sono seduti attorno ad un tavolo per decidere di dare insieme l’assalto all’euro». Tra gli illustri ospiti, anche George Soros. Questa la “piramide di potere economico mondiale” descritta da Jemémez: al vertice, l’élite  globale, costituita dall’1% della popolazione che gestisce oltre il 90% delle risorse generali; al secondo livello, FMI, Banca mondiale, Banca dei regolamenti internazionali e Commissione Bancaria Internazionale; al terzo livello, FED, BCE, Banca d’Inghilterra e le banche centrali nazionali; al quarto livello, le banche private.
Nei piani di questa élite per il Nuovo Ordine mondiale, ci sarebbe una Terza Guerra mondiale, non soltanto economica-finanziaria, ma militare. Una guerra preparata “a tappe”, attraverso la strategia del terrore, la paura del terrorismo internazionale e le guerre di civiltà, la tragedia umanitaria della crisi finanziaria.

Il Bilderberg Group, come anche la Trilateral Commission, sono ¬ afferma Gioele Magaldi, maestro venerabile della loggia massonica “Monte Sion” all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia, nel libro “Massoni. La scoperta delle Ur-Lodges”, in collaborazione con la giornalista Laura Maragnani ¬ «associazioni paramassoniche, che svolgono funzioni di natura puramente ancillare e subalterna rispetto ai desiderata delle élite massoniche in senso stretto».  Il progetto di «destrutturazione oligarchica» dell’Europa e del mondo, che si sostanzia in quella “cospirazione monolitica e spietata” denunciata da J.F. Kennedy mezzo secolo fa e che gli costò la vita, sarebbe, quindi, guidato da logge massoniche internazionali conservatrici, con la triarchia ¬ spiega sempre Magaldi ¬  delle Ur-Lodges “Edmund Burke”, “White Eagle” e “Three Eyes” e, a partire dal 2000,  dalla «Ur-Lodge eretica, incontrollabile anche per quelli della vecchia guardia massonica neoaristocratica», “Heathor Pentalpha”, creata da George W. Bush “figlio”,  e definita dagli stessi “grembiulini” «scheggia impazzita, loggia della vendetta e della sete di sangue».  Maestro venerabile Dick Cheney, primo sorvegliante Don Rumsfeld. Ề «la massoneria più brutale, violenta e snaguinaria, contro cui bisogna assolutamente fare fronte comune, per non correre il rischio di ritrovarsi in uno scenario mondiale ancora più tragico dei quello dell’11 settembre», scrive Magaldi.  Il nome Isis (Islamic State of Iraq and Syria) ¬ ci svela il venerabile Gioele ¬ sarebbe stato scelto in onore della dea Iside, che nei riti esoterici viene fatta coincidere con la dea Heathor, appunto.

Ecco che ritorna, in forma abbrutita e violenta, quella «cospirazione monolitica e spietata» denunciata dal Presidente J. F. Kennedy. Che si propone ¬ dichiara Magaldi ¬ «la creazione di un Nuovo Ordine mondiale egemonizzato da meccanismi oligarchici e tecnocrati». Questi oligarchici ¬ scrive Giacomo Bracci nell’articolo “la crisi economica e il back office del potere” ¬ si muovono per «eliminare ogni residuo di sovranità, prima monetaria, poi politica delle singole nazioni, badando bene di non restituirle in alcun modo ai cittadini europei, magari sotto forma di organi comunitari funzionanti, controllabili dal popolo e sottoposti a regole liberali e democratiche». Il “laboratorio europeo” prevede, secondo Bracci:«zero sovranità monetaria, zero impatto del settore pubblico sull’economia, squilibri insanabili tra Paesi “forti” e Paesi “deboli” della UE». Così, «un gruppo di tecnocrati non eletti cerca e ottiene la leadership incondizionata dell’Occidente, ma resta all’ombra di istituzioni solo apparentemente democratiche».

Afferma un gran maestro delle superlogge che usa lo pseudonimo di Frater Kronos nel libro di Magaldi, presentandosi come «quello che ha vissuto più intensamente di tutti gli altri la storia del Novecento»:  «La crisi finanziaria-bancaria statunitense ed euroatlantica del 2007-2008 è stata programmata e pilotata nei minimi dettagli, così come il suo ampliamento sul piano dell’economia reale nel biennio successivo e l’artificiosissima crisi dell’eurozona balzata al centro dei riflettori mondiali a partire dal 2010-2011». E continua: «Dopo avere innescato tutti i meccanismi che avrebbero necessariamente portato a questa crisi, ci siamo adoperati per aggravarne le conseguenze a danno dei vari popoli europei, ma lucrando grandissimi profitti speculativi lungo tutto l’iter della faccenda». Come? «Rigore suicida nei conti pubblici, attraverso l’imposizione della mistica antidebito pubblico e antideficit, aumento delle tasse e dell’età pensionabile, diminuzione del costo del lavoro e sua precarizzazione, privatizzazioni/dismissioni a nostro favore, contrazione del welfare e dei servizi pubblici, realizzazione del cosiddetto “Stato minimo”». Scenari con i quali da qualche anno stanno facendo i conti tutti i Paesi Ue e quelli più indebitati in particolare.

Questo, dunque, a leggere bene i piani del Club sarebbe il Progetto per un Nuovo Secolo Europeo: trasformare l’Europa nel «prototipo di un nuovo feudalesimo post-moderno». Mentre la “scheggia impazzita” e pazza della Ur-Lodge “Heathor Pentalpha” sembra aver preso il sopravvento per portare al Nuovo Ordine Mondiale attraverso lo “scontro di civiltà”. Il prossimo passo sullo scacchiere internazionale sarebbe l’elezione di Jeb Bush alla Presidenza degli Stati Uniti d’America. Realtà o fantapolitica? Su questa realtà, il dovere di riflessioni serie si impone, magari trovando anche delle risposte credibili.

 Emanuela Bambara
http://www.scelgonews.it/club-bilderberg-i-nuovi-padroni-del-mondo/

Pubblicato da mobertos

La nostra società è dominata da gente folle che persegue scopi malati. Penso che veniamo gestiti da fanatici con obiettivi fanatici, ed è probabile e che sarò io ad essere considerato pazzo per quello che ho deciso di postate qui sul blog "Esci dal Cerchio". E' questa la cosa folle! La frase è di John Lennon che ho adattato. A lui devo il merito di una certa influenza durante la mia gioventù. Da giovane avevo tanta energia e il mondo degli adulti non mi piaceva; entravo sempre in conflitto con chi voleva impormi qualcosa. Perché loro sapevano! Fin da piccolo, avevo capito invece che per imparare dovevo vivere quella cosa in prima persona. Potevano dirmi quello che volevano ma se avevo deciso di farla, la facevo, a tutti i costi. Pensavo che dovevo sperimentare sulla mia pelle le nuove esperienza che mi scoprivo giorno dopo giorno. Come si può capire, apprendere, sbagliare, senza vivere l'esperienza in prima persona? Che forse un uomo non deve mai sbagliare? Da qui la mia innata capacità ad affrontare ogni esperienza anche pericolosa, senza paura, anche al di sopra delle mie reali capacità anche pagando in prima persona. Il rischio mi ha sempre affascinato.